FABIO: Ingegnere

A 29 anni nessuno mi ha mai detto che sono dislessico, e che lo sia o meno, sono comunque molto incazzato perché ho sprecato, e continuerò a sprecare, tanto tempo della mia vita in più degli altri per imparare quanto (spero) gli altri.

 

La mia storia inizia alle elementari quando dovevo imparare a scrivere. Che immensa difficoltà. La mia mano proprio non riusciva a mettere sul foglio quelle stupide lettere. Dio solo sa quanti quadernini di lettere mi dava da riempire la Maestra a casa. Ricordo anche l'imbarazzo di quando me li controllava davanti agli altri bambini, e con quante deridenti battute me ne dava altrettanti da riempire.

Il culmine, ricordo benissimo, è stato raggiunto durante un tema d'Italiano. Non riuscivo a terminalo a causa di perdita di concentrazione e attenzione su quello che dovevo fare. Era così difficile che mi ritrovavo a guardare fuori dalla finestra immerso nel mio mondo. La maestra raccontó a mia mamma che non avevo voglia e ogni tanto mi mettevo a "guardare i Merli".

Fatto sta che, siccome ero sempre l'ultimo, la prima della classe quando terminava il suo tema aveva l'ordine di mettersi in piedi dietro il mio banco a controllare non guardassi i Merli. Penso qui nacquero buona parte di alcune ansie che sono ancora chiamato ad affrontare quotidianamente.

Non ricordo altri episodi delle elementari ma so quanto la mia mente riesca a cancellare ciò che non gli piace ricordare.

 

 

Per quanto riguarda i sintomi, ho sempre visto una differenza di capacità cognitive nel confronto con gli altri. recentemente mi sono messo a farne una lista:

Assoluta mancanza del senso dell'orientamento.

Pessima calligrafia.

Difficoltà costruire mentalmente un percorso stradale in città.

Difficoltà nel parlare, articolare le parole, il tutto si amplifica quando non mi sento tranquillo.

Difficoltà nel capire chi parla troppo velocemente.

Difficoltà di capire le parole con sottofondo rumoroso, per esempio in ambiente affollato.

Non so leggere il labiale, forse dovuto a difetto visivo.

Immani difficoltà nel capire dialetti e l'inglese. Se avessi imparato l'inglese proporzionalmente a quanto l'ho studiato sarei madrelingua.

Nello sport agonistico ho dovuto compensare con immane impegno le Difficoltà nel coordinare movimenti, impararne di nuovi e nel pensare lucidamente in azioni sportive veloci.

 

Difficoltà nella concentrazione. Il pensiero interiore prevale sempre durante l'ascolto prolungato di un discorso.

Difficoltà di apprendimento. Maggiore difficoltà nel capire i nuovi concetti rispetto agli altri, è necessaria una riformulazione del concetto "nel mio linguaggio" per apprenderlo.

Difficoltà nel fare i conti matematici a mente.

Mi accorgo di Ripetere le cose in mente svariate volte dopo averle pronunciate ad alta voce.

Il pensiero è scandito dal respiro e limitato dalla velocità di muovere le corde vocali, ho l'impressione che tutto quello che penso in realtà lo dico a bocca chiusa in tempo reale.

Difficoltà nel ricordare le facce. Capita che due facce simili nel miei ricordi si fondano insieme.

La memoria a breve termine (30sec) ogni tanto fa qualche scherzo.

Difficoltà nella sincronizzazione delle dita durante la digitazione.

Difficoltà nel trovare i termini nella parte finale di un discorso in quanto è calata la concentrazione.

Latenza molto evidente tra pensare di dire qualcosa e cominciare a parlare trovando i termini giusti, necessario molto tempo per tradurre l'immagine mentale di una cosa in parole.

Difficoltà nell'iniziare e terminare un'azione, inizio sempre la successiva prima e termino tutto insieme (se termino).

Astrazione involontaria momentanea dal contesto per analizzare cio che stanno dicendo intorno a me.

Mi perdo sempre l'inizio di tutti i discorsi, nel senso che la mia attenzione non riesce a tempo zero a focalizzarsi su quel che mi stanno dicendo.

Difficoltà nel ricordare cose, relativamente recenti, alle quali non mi capita di ripensare rinfrescandone la memoria. Parlando con gli amici molto spesso non ricordo cose fatte insieme di cui gli altri ne hanno ancora vivido ricordo, ovviamente cose vissute con pari intensità.

Attenzione al dettaglio:

È molto facile, esempio, per strada noti una piccola cosa all'interno di una grande scritta senza nemmeno che questa scritta la noti. Davanti alla prima pagina di un giornale il mio occhio va sui sottotitoli. Stesso discorso per la memoria, è molto più facile ricordi le fossette sul labbro di una persona che il suo viso.

 

Studiando, qualsiasi suono o pensiero mi distraeva. Mi rendevo conto di aver letto mezza pagina avendo pensato completamente ad altro. Credo questa sia l'unica combinazione di cose che riesco a fare contemporaneamente (non essendo una donna è un buon risultato).

Per non distrarmi ho iniziato a studiare di notte, avevo trovato la chiave per affrontare gli studi di ingegneria. Questo metodo però mi avrebbe rovinato la vita lavorativa, soffro di jet lag cronico al mattino. Oltre ad aver scoperto che in questo alcuni sono geneticamente predisposti, il mio organismo si è talmente abituato a stare sveglio fino a tarda notte che adesso, indipendentemente dalle ore dormite, fino alle dieci del mattino sono stanco, nervoso e scontroso.

 

Riguardo la poca fiducia nella mia memoria, ho sempre avuto un'agenda; non tanto perche avevo troppi impegni ma perche c'erano cose a cui pensavo che avevo paura di dimenticare. Da tre anni non uso l'agenda ma il telefono. Attualmente vi ho dentro 268 note come questa. Con scritto cosa? Le cose più disparate... una era sui miei presunti sintomi dislessici.

 

Mary ora io non so se tutto questo o buona parte sia dislessia. So solo le difficoltà che ho avuto e contro le quali lotto con esasperato impegno ogni giorno. Posso dire che comunque fino ad oggi sono comunque arrivato dove volevo arrivare, il prezzo pagato però...

La nota triste è che ad oggi, oltre all'arma dell'impegno e della consapevolezza, non ho altro con cui continuare a lottare un fantasma che mi accompagnerà sempre.

 

Condivido molto volentieri tutto questo, nonostante sia la prima volta, se può servir a qualcun'altro (oltre che come mio sfogo, quello dello scrivere, come per te)