La dislessia di mio figlio

Oggi si chiama Dislessia

 

SCUOLA MATERNA E PRESCRITTURA

Mio figlio ha frequentato tre anni di scuola materna. Durante questo periodo, tra osservazione dei bambini, laboratori più svariati, introduzione alla pre-scrittura, ci consigliarono di non insegnare ai nostri bambini a leggere e scrivere per due motivi:

1) è il ruolo della scuola ed un metodo diverso potrebbe essere deleterio (ironia della sorte)

2) il bambino, nel fare e rifare cose che conosce bene, potrebbe annoiarsi.

Le insegnanti ed i presidi mi convinsero perché mi fidavo ciecamente di loro e perché ho sempre avuto problemi nel gestire la noia di mio figlio. Gli altri genitori si fidarono meno di queste eparole così mio figlio partì svantaggiato insieme ad altri 3-4 bambini rispetto ad una classe che sapeva scrivere in stampatello maiuscolo, minuscolo e corsivo. Non male eh?  Alla luce della dislessia e disgrafia scoperta a sette anni, alla fine della seconda elementare, avrei preferito far partire mio figlio dalla stessa linea di partenza degli altri o comunque con un distacco minore, dal momento che poi il percorso scolastico si sarebbe rivelato essenzialmente in una gara a chi arriva prima e lui avrebbe dovuto rallentare ancora per via della dislessia.

 

SECONDA ELEMENTARE

Il maestro Walter è un angelo di maestro. Per lui i bambini sono innanzitutto bambini, sono tutti diversi, ognuno ha un suo modo di apprendere con i suoi tempi. Il maestro è un acuto osservatore. Lui notò già nel mese di settembre, a due/tre settimane dall'inizio nel secondo anno scolastico, la difficoltà di Samuele nel tratto grafico del corsivo.

Devo a lui la mia tranquillità e la mia lucidità soprattutto dopo la brutalità della neuropsichiatra che mi aveva scossa rendendomi ignara ed impotente in seguito alla diagnosi.

Io non comprendevo le sue parole perché vedevo Samuele normale, esattamente come me. Lei quasi mi diede della scema o della sconsiderata perché non volevo ammettere il problema. Per chiarire: il problema è che Samuele non legge come gli altri bambini, è più lento, legge sillabando, scrive male, non rispetta il rigo, gli spazi, si stanca facilmente. Il problema è che non è come gli altri bambini (alcuni, neanche tutti), lui non corre. Il mio problema è che non capisco che qualcuno ha deciso che Samuele DEVE essere uguale agli altri bambini. Io rispetto i tempi di mio figlio come di tutti i bambini e non accetto questa moda di correre e rispettare dei termini che hanno stabilito gli adulti che neanche conoscono mio figlio!!! Poi tutti i bambini devono essere uguali? Perché? Come fanno a non crescere ansiosi, frustrati, isterici?

 

Quell' anno (seconda elementare) fu un incubo tra sedute per la diagnosi che portavano via tempo, sport e compiti. Mio figlio era super impegnato, molto stanco e demotivato. Aveva perfettamente ragione.

In due anni, tra la seconda e la terza elementare, gli hanno strappato la sua infanzia. Non c'era più tempo per giocare.

 

TERZA ELEMENTARE

In terza elementare sedute logopediche tutte le settimane, esercizi di battitura, sport, catechismo, compiti anche infrasettimanali, una maestra con qualche problema non ben identificato e il mio bambino a dicembre era stanco, non imparava più. Aveva crisi di pianto, incubi, paura della gente. Avevo fallito. Avevamo fallito tutti.

Con l'inizio delle sue sedute logopediche, cominciai a studiare la dislessia. La neuropsichiatra infantile e la logopedista mi consigliarono varie cose da acquistare e leggere, insomma delle fonti per cominciare la mia ricerca. Lessi di tutto, misi in discussione tutto e ricercai, ancora e ancora. Trovai molte contraddizioni, molto marketing, una bella rete di notizie allarmanti, di mamme disperate e disorientate. Un mercato in cui ti offrono un problema in più e la soluzione a pagamento o a caro prezzo.

 

Aggiornamento della diagnosi alla fine della terza elementare: dislessia media, disgrafia grave, disortografia, discalculia strettamente correlata alla disgrafia.

Per la solita sfiga che mi contraddistingue, la maestra che meno sapeva di dsa, era la maestra che insegnava quasi tutto. Un po' per mancanza di controllo a scuola, un po' per incompetenza (in dsa) e soprattutto per i compiti infrasettimanali (in una scuola in cui si esce alle 16.30) mio figlio era stanco già dal mese di dicembre, demotivato e con gravi carenze. A maggio, all'ennesimo strafalcione con una gara delle tabelline andata ovviamente male e una nota sul diario che suonava come presa per i fondelli, “suo figlio non è guarito dalla dislessia”, decisi che non potevo più far finta di ignorare.  

Avendo poco tempo per curare le relazioni sociali, con mia sorpresa, venni travolta dal malcontento di 14 mamme su 19. Il penultimo giorno di scuola mi presentarono una lettera da firmare, in cui chiedevano la sostituzione di quella maestra. Non me l'aspettavo. Ascoltai i bambini, ebbi degli input interessanti. Dovevo assolutamente fare qualcosa. Al di là della mia battaglia mi trovai a condurre una guerra ben più ampia. Nei giorni che seguirono la chiusura dell'anno scolastico, riformulai il testo della lettera da presentare al Provveditorato e, insieme con le altre mamme organizzammo una sorta di staffetta per recuperare le firme. Ci fu ampia partecipazione. L'esperienza rafforzò i miei rapporti con le mamme perché nel momento di un reale bisogno, di una grande difficoltà, insieme abbiamo vinto. E' un risultato che mai nella mia vita ho raggiunto insieme ad altri. Ho sempre combattuto da sola. La maestra è stata trasferita ad altro ruolo. Ahimè abbiamo perso anche l'angelo di maestro per promozione a vice direttore. Quarta elementare maestre nuove: si ricomincia tutto daccapo.

Grande fiducia a scatola chiusa. Dovevamo crescere insieme in questo percorso.

 

QUARTA ELEMENTARE

Devo ammettere che ho vissuto l'estate di quell'anno nel quasi totale sconforto. Le ipotesi erano due: se la richiesta di sostituzione della maestra non sarebbe stata accettata io avrei passato un anno infernale tra ripicche e rivendicazioni a danno di mio figlio; in caso contrario, avrei dovuto ricominciare, per la terza volta in tre anni. Presentare Samuele, la sua dislessia, i suoi punti di forza e di debolezza, le strategie, monitorare... ero stanca, provata.

Agli inizi di settembre, la Dirigente Scolastica convocò tutti i genitori per comunicarci che la maestra era stata trasferita. Fiu... un problema in meno.

In seguito, il nuovo vice preside, il nostro angelo maestro mi chiamò per rassicurarmi che le nuove maestre erano preparatissime sui dsa e le avevano scelte proprio per questo. Sorrisi, finalmente. “Sappia che seguirò Samuele sempre, anche se non sono più il suo maestro”. Che posso dire? Ciò che dico solo pochissime volte nella vita: sono contenta che al mondo esistono persone come lui, solo questo mi rassicura.

MammaMary

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