La dislessia di Steve Jobs

La dislessia di Steve Jobs

Non conoscevo la storia di Steve Jobs nè della Apple fino al 31 maggio 2011 quando la dislessia  di mia figlia fu diagnosticata “scientificamente”.

Ho passato notti sul web per documentarmi riguardo a questo disturbo, sballottato tra le scoperte di un mondo incredibile e tra i sensi di colpa per aver espresso giudizi sbagliati nei confronti della mia piccola, sconsolato perchè anche i suoi insegnanti, educatori di professione, avevano male giudicato la sua disattenzione e i suoi atteggiamenti

Un pò  di sollievo l’ho avuto scoprendo che i genitori di bambini dislessici, fanno quasi inevitabilmente tutti gli stessi errori.

Navigando più serenamente ho quindi scoperto decine di testimonianze che descrivono persone che hanno un’intelligenza diversa, un modo di apprendere diverso, che utilizzano immagini più che pensieri astratti, spesso irrequiete e iperattive, incomprese perchè è “impossibile” non riuscire ad imparare le tabelline, prese in giro perchè sono sempre ultime in tutto, che si ribellano al rigido inquadramento scolastico o quando devono studiare la poesia di natale a memoria e in inglese e alle quali viene spesso rimproverato l’inadeguatezza di comportamenti “sociali” e i cattivi risultati scolastici.

Inoltre sono venuto a conoscenza di alcune personalità famose, spesso legate ad attività creative, che hanno o hanno avuto questo disturbo: Albert Einstein, Picasso, Cassius Clay, Thomas Edison, Winston Churchill, Walt Disney, John Lennon, Steve Jobs.

In particolare mi stupì che anche Bill Gates e Steve Jobs fossero dislessici.

Bisogna dire che in quel periodo era sottoposto ad una grossa esposizione mediatica a causa dell’annuncio della messa sul mercato dell’iPhone4, delle sue dimissioni da Apple per motivi di salute e della sua morte, quindi ebbi modo di ampliare il portafoglio degli aneddoti che lo riguardavano.

Così, una sera di fine novembre, in viaggio per lavoro, mentre bevevo un caffè in un autogrill, mi imbattei nella foto di Jobs su una copertina di un libro e mi decidetti ad acquistarlo: era la sua biografia ufficiale.

Non che mi aspettassi di trovare un modello di vita per dislessici, ma mi sarebbe piaciuto capire se il suo biografo avesse in qualche modo fatto riferimento alla sua dislessia per spiegare le sue caratteristiche “creative”.

Nei primi capitoli Jobs viene descritto come un adolescente irrequieto, con poco interesse per lo studio fine a sè stesso, più dedito a fare scherzi ai compagni che all’applicazione sui libri e con un malessere di fondo attribuito al fatto di essere venuto a conoscenza dell’abbandono da parte dei suoi genitori naturali e sulle modalità della successiva adozione.

Successivamente abbandona gli studi universitari, ma frequenta corsi di “calligrafia”.

A volte il biografo accenna alla sua capacità di ragionare “per immagini”, al fatto che non gli piacessero le diapositive per spiegare i prodotti, ma che preferiva “toccare” con mano, ma non vi era nulla di esplicito riguardo la dislessia.

Così, passavano i capitoli e, benchè ormai fossi veramente coinvolto nel libro non trovavo soddisfazione alla mia curiosità. Inoltre il biografo riusciva a farmi stare in bilico tra l’iscrivermi nel club degli adoratori oppure a quello dei detrattori. L’aneddotica infatti riporta coraggiosamente sia azioni di cui essere orgogliosi sia le.. altre

Tra le azioni che ammiro:

  • Ancora ragazzo, viaggiò a lungo e spesso in mete difficili come l’India condizionando tutta la propria esistenza ad alcuni concetti appresi in quel periodo come l’alimentazione vegana e la spiritualità buddhista.

  • Ha creato e progettato decine di prodotti di una qualità eccezionale, talmente eccezionali da essere, a volte, poco diffondibilli per l’alto costo..

  • Ha creato un’azienda, la Apple, di rilevanza mondiale, dal niente.

  • E’ stato, giovanissimo, uno degli uomini più ricchi del mondo, pur non avendo mai avuto, il denaro, un ruolo determinante nel suo stile di vita.

  • Estromesso dalla sua stessa azienda, ha avuto il coraggio di crearne un’altra, la NeXT per continuare a fare quello che aveva in testa e nel modo che lui credeva giusto.

  • Ha avuto il coraggio di investire ingenti patrimoni in un gruppo di ragazzi che avevano delle idee, creando e sviluppando, la Pixar un’azienda che avrebbe rivoluzionato il modo di fare i “cartoni animati”.

  • E’ riuscito a vendere alla Apple, la sua nuova società, la NeXT per 400 milioni di dollari e diventare l’amministratore delegato della Apple “per acclamazione” 15 anni dopo essere stato mandato via.

ma:

  • Aveva un concetto particolare dell’igiene.

  • Ha fatto uso di LSD per “ampliare le sue esperienze sensoriale” e se ne vantava in pubblico.

  • Ha messo al mondo una bambina senza riconoscerla legalmente e abbandonandola con sua madre fino all’età di 8 anni.

  • Poteva discutere per settimane per delle inezie.

  • Era assolutamente egocentrico e una persona poteva appartenere solo a due categorie: a quella dei geni o a quella degli idioti. Il bello è che potevi cambiare di categoria da un giorno all’altro e a suo insindacabile giudizio!

  • Ha fatto business con un sua etica personale: ha rubato idee alla Xerox, perchè “i grandi artisti rubano le idee” e ha fatto campagne contro la Microsoft sostenendo che la Apple era stata derubata delle sue idee.

  • Ha trattato malissimo centinaia di suoi dipendente e collaboratori, ha tirato colpi bassi agli amici più intimi, parcheggiava nei posti riservati ai disabili, poteva scoppiare a piangere in ogni momento quando le cose non andavano come voleva lui, in altre parole, come si dice nel libro, lui aveva la percezione che su di lui le regole che si applicano a tutti gli esseri umani, non dovessero essere applicate.

Quindi, ormai sconsolato per gli scarni riferimenti legati alla dislessia, giungo al capitolo che parla della campagna pubblicitaria del 1997 per il nuovo iMac che mi deve essere sfuggita quando è uscita, abituato come sono a cambiare canale durante le pubblicità perchè non la ricordavo.

Lo spot consisteva in un video in bianco e nero nel quale venivano raffigurati personaggi storici di una certa importanza, come Albert Einstein, Bob Dylan, Martin Luther King, Jr., Richard Branson, John Lennon, R. Buckminster Fuller, Thomas Edison, Muhammad Ali, Ted Turner, Maria Callas, Mahatma Gandhi, Amelia Earhart, Alfred Hitchcock, Martha Graham, Jim Henson, Frank Lloyd Wright, Picasso e Dr. Sun Yat-sen. Nel finale una giovane ragazza apre gli occhi, come se vedesse le possibilità davanti a lei.

e un narratore diceva (nel formato origianale americano):

«  Here’s to the crazy ones. The misfits. The rebels. The troublemakers. The round pegs in the square holes. The ones who see things differently. They’re not fond of rules. And they have no respect for the status quo. You can praise them, disagree with them, quote them, disbelieve them, glorify or vilify them. About the only thing you can’t do is ignore them. Because they change things. They invent. They imagine. They heal. They explore. They create. They inspire. They push the human race forward. Maybe they have to be crazy. How else can you stare at an empty canvas and see a work of art? Or sit in silence and hear a song that’s never been written? Or gaze at a red planet and see a laboratory on wheels? While some see them as the crazy ones, we see genius. Because the people who are crazy enough to think they can change the world, are the ones who do.  »

in italiano:

« Questo film lo dedichiamo ai folli. Agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro; potete glorificarli o denigrarli ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perchè riescono a cambiare le cose, perchè fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero.  »

Beh, non ho potuto trattenermi dal commuovermi nel vedere lo spot e nello scoprire che molti dei personaggi riportati erano dislessici. Ecco il segno. Think Different.

Grazie Steve.

fonte: alf1ere.wordpress.com/author/alf1ere/