Un sabato mattina
Samuele piange e si dispera. Suda, è agitato. Va in bagno, si prepara la merenda, la prepara a tutti. Qualsiasi cosa x perdere tempo: non vuole studiare. Litighiamo, urliamo, ci insultiamo. Per convincerlo ad aprire il libro sembra che debba fare un esorcismo. Lo obbligo. Studia.
50 minuti per convincerlo e 10 minuti x leggere una pagina di storia e ripeterla alla perfezione. Sorride, mi ringrazia "grazie mamma. Ti voglio bene. Scusami se ti ho fatto arrabbiare". Saltella felice con gli occhioni grandi perchè ha imparato la lezione di storia.
Ho provato ad insegnargli una cosa durissima da comprendere. NON ESISTE "NON CE LA FACCIO. É TROPPO DIFFICILE. NON CE LA FARÒ MAI". Deve affrontare, cercare, risolvere, combattere, muoversi, mettersi in gioco. Ce l'ha fatta: ha imparato la storia. Col tempo imparerà che PRIMA CI PROVA E POI, dopo ostinati tentativi, potrà dire "non ce la faccio" ed io sarò lì, se mi cercherà, x consolarlo, aiutarlo a cercare una soluzione.
Ho il dubbio che abbia capito la lezione perché lunedì scorso: gara a sorpresa di nuoto. Alla gara precedente si era fermato a metà vasca ed ha aspettato che tutti i suoi compagni lo superassero. Significa "non voglio provarci". Tutti gli ostacoli restano insormontabili se non li affronta. Prima di cominciare la gara a sorpresa gli dissi: “io non voglio che tu vinca. Nuota come fai tutti i giorni e basta”.
Lunedì ha deciso di provarci ed è arrivato primo. "In tutte e tre le gare!" ci tiene a precisare. L'ho spinto un po' perché conosco i suoi limiti. Non chiedo missioni impossibili.
MammaMary